E ad un tratto la trovi insopportabile con le sue strade, i suoi monumenti storici, il suo caos, i suoi colori che non puoi vedere, le sue serate che non puoi vivere. La trovi estranea. E ti muovi con paura, come in un campo di battaglia. O come quando sei sulla poltrona del dentista o del ginecologo. Sempre in allerta. Rigida. Non ti rilassi. E ci sono zone off limits, come in guerra. Sono campi minati. E allora ti capita di dover andare al fronte e ti fai accompagnare, perché pure se lei è altrove quella zona era sua, nostra. E provi fastidio perché qui hai la residenza, hai comprato casa per mettere radici, e ad un tratto vorresti sradicare tutto dalla terra e volare. Per lasciarti tutto alle spalle. Con l’illusione che se vai via la cancelli. E invece è con me, ovunque. Qualche goccia in meno e qualche lacrima in più. Odi Roma ma in realtà vorresti odiare te, o lei. Come nelle favole vorresti la bacchetta magica e bidibibodibibu. Niente non funziona. E in questa sala di attesa di uno studio medico tutto diventa più insopportabile e soffocante. E non sai da dove cominciare.